domenica 25 novembre 2012

Peta denuncia: proclamavano la loro "verginità" ma testavano i prodotti sugli animali nei laboratori cinesi


Secondo il Global Animalsnonostante da anni proclamassero la loro “verginità” applicando il bollino “cruelty free” sui loro prodotti di bellezza, tre fra le più famose ditte produttrici di cosmetici avrebbero pagato laboratori cinesi per sottoporre alcuni belletti a test sugli animali. Lo afferma l’autorevole PETA (People for Ethical treatment of Animals) che ha denunciato pubblicamente il pagamento segreto ad alcuni dirigente cinesi, da parte di Avon, Estee Lauder e Mary Kay, al fine di testare sugli animali i loro prodotti di bellezza e poterli vendere sul mercato cinese.

Da anni questi giganti della cosmesi sono orgogliosi di comunicare ai loro consumatori che hanno smesso qualunque test sugli animali che potesse riguardare i loro prodotti. In Cina si possono mettere sul mercato esclusivamente cosmetici che sono stati testati sugli animali e le sopracitate ditte non hanno voluto perdere una fetta di mercato, anche se sporco di sangue. Hanno mentito ai loro clienti e la PETA ha agito su due fronti: il primo, dopo avere scoperto gli altarini, chiedendo ai consumatori il boicottaggio di queste aziende, il secondo, donando una  prima tranche di 33.000 dollari ai tecnici di un laboratorio americano (Institute for in Vitro Science) per recarsi in Cina a insegnare, in quel paese, le moderne tecniche che permettono di evitare l’uso di animali, con molta maggiore efficacia per la salute umana.

Per quanto riguarda l’Europa ci sono buone notizie (se le promesse verranno mantenute). Il Commissario designato alla Salute Tonio Borg ha auspicato che entro il 2013 si potrà porre il bando alla commercializzazione dei cosmetici testati sugli animali. Rispondendo al parlamentare socialista tedesco Dagmar Roth-Behrendt, ha riferito come il divieto dovrebbe scattare a partire dal marzo prossimo. Il tutto senza ulteriori ritardi o deroghe come è stato finora. Molti avevano proposto il rinvio di parecchi anni dello stesso bando, ma la mobilitazione dei cittadini europei ha portato alla consegna di un milione di firme che non si possono ignorare. Tra queste anche quelle di Paul McCartney, Morrissey e Chrissie Hynde.

Ancora oggi migliaia di conigli vengono sottoposti al dolorosissimo Draize test che prevede l’instillazione di sostanze ignote nell’occhio valutando poi infiammazione, edema e talvolta necrosi, prima di sopprimere gli animali per ulteriori accertamenti. Tutto ciò quando, da anni è disponibile il test di Bettero che sperimenta le sostanze sulle lacrime umane: preciso, diretto, personalizzabile e molto economico.

Mentre dunque le ditte citate dalla Peta fanno i loro comodi per vendere in Cina, altre come il gigante americano NYX cosmetics ha rifiutato di vendere i suoi prodotti in Cina per evitare la morte dolorosa e inutile di milioni di animali. Prima di mettersi un rossetto o un dopobarba è meglio informarsi bene. E oggi, i mezzi non mancano. Basta un po’ di volontà.
di Oscar Grazioli

Ok la buona volontà, ma se un brand vuole vendere in Cina deve cmq sottostare alle leggi cinesi... Io non sono per i test sugli animali, li ritengo inutili in ogni campo, però non voglio nemmeno sputare sul piatto dove ho sempre mangiato per convenienza (avon non ha prezzi assurdi, e molte di noi cmq hanno guadagnato facendo le presentatrici...), o perché mi trovo bene cmq con un prodotto... so che può sembrare un controsenso, ma quando io ero giovincella (sigh sob) non ci si mettevano questi problemi... detto questo passo e chiudo...   

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